Tremolanti riflessi
di luce giallastra
scorrevano silenziosi
sulla rossa vernice
del
bus che ingombrava
stradine deserte
di periferia.
Quando lei vede
avviarsi all’uscita
quel passeggero
che fino a quel punto
reggeva l’argine
dei suoi timori,
una valanga di fitte e tremori
l’avvolse e rese
più scuro il pensiero.
La solitudine rese più
nero
l’ultimo tratto del
lungo percorso
che quella sera sembrò
senza tempo,
finché non giunse
l’ambita fermata.
Lasciò, tremante,
il veicolo vuoto
che si perdeva
nel cuor della notte,
mentre il suo cuore
batteva sì forte
da ricoprire il rumor dei suoi passi.
Lei non sapeva che
dietro la siepe
si nascondevano in due,
su quei sassi
che crepitarono come la
grandine,
quando si mossero per
inseguirla.
Cominciò a
correre,
col cuore in gola,
ma non ci fu chi sentì le sue urla,col cuore in gola,
e fu afferrata e distesa sul suolo
che si macchiò del suo sangue innocente.
Mentre le lacrime fluivano
lente,
e lei gemeva, già offesa
e più sola,
senza che alcuno le
offrisse un aiuto,
raccolse i cocci
dell’animo affranto
e poi cercò di placare il suo
pianto,
recuperando sul freddo selciato
tutti gli oggetti che dalla
borsetta
il vile gesto avea disseminato.
Ma nuove lacrime usciron
copiose
quando raccolse, tra le
cianfrusaglie,
pochi brandelli di
gialle mimose.
Nip
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