Il terrorista miracolosamente scampato all’esplosione del covo di
Barcellona collabora con l’antiterrorismo. Novità sorprendente che apre nuovi
scenari capaci di potenziare notevolmente l’efficacia della lotta contro una
delle peggiori piaghe del nostro tempo.
Cosa succede? Quale illuminazione ha folgorato quell’unico superstite
dell’esplosione? Qualche riflessione avrà dovuto farla, considerato che se il
volere di Allah fosse quello di sostenere la lotta agli ‘infedeli’, avrebbe dovuto
salvaguardare i suoi ‘soldati’ anche dai capricci del caso, anziché farli
disintegrare. A voler decifrare quanto accaduto, sembra proprio che il profeta
abbia voluto lanciare un segnale capace di far insorgere il dubbio. Forse il
‘miracolato’ ha compreso l’ingannevole predica di qualche Imam sanguinario?
Anche la
semplice analisi delle conseguenze di un vile attentato che non lascia scampo
a chiunque si trovi nei pressi dell’obiettivo preso di mira, sia esso un
vecchio inerme, un bambino innocente od una madre che porta in grembo la sua
creatura, dovrebbe indurre a riflettere.
Se il dubbio comincia a
serpeggiare, può rodere anche la corteccia più rinsecchita. Chissà.
Forse in futuro la lotta contro il radicalismo islamico potrà essere condotta
con l’uso di armamenti nuovi che utilizzino sempre meno esplosivi e pallottole,
sostituiti da messaggi capaci di far insorgere l’umano e salvifico dubbio.
Sappiamo che l’indottrinamento degli estremisti è così radicale da essere
difficilmente scalfito, ma mi rifiuto di credere che anche il più sanguinario e
spietato terrorista sia assolutamente immune dall’insorgere del dubbio. Gli ultimi
eventi potrebbero esserne la prova (almeno lo speriamo).
Nip
Nessun commento:
Posta un commento